Meidner: visioni dell’apocalisse futura

Nelle lezioni introduttive della settimana scorsa si è parlato, sia pure in generale, del metodo storico e dell’uso delle fonti. Si è anche detto, a proposito dello studio della sensibilità e dell’immaginario di una particolare epoca storica, quanto questo sia un compito insidioso e difficile. La letteratura, il cinema, le arti figurative giungono però spesso in soccorso dello storico.

A tale proposito, oggi, nell’affrontare il tema della della Grande Guerra, inizieremo, un po’ provocatoriamente, con Ludwig Meidner, poeta, scrittore pittore espressionista (l’etichetta è però riduttiva) tedesco. Nei primi anni ’10, in particolare tra il 1912 e il 1913, Meidner dipinge alcuni quadri, i Paesaggi apocalittici. Il tema di fondo è, appunto, l’Apocalisse, che tuttavia, per quanto terribile, qui è rappresentato nel suo significato etimologico: come “rivelazione” piuttosto che come “fine del mondo”. La sensibilità dell’artista, insomma, anticipa e prefigura il dramma e le distruzioni che il mondo si appresta a vivere di lì a poco. Perché se è vero che nel 1914 non finisce il mondo, certamente finisce un mondo: l’illusoria stagione della Belle époque.

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P.S. La questione è interessante, chi la volesse approfondire dia una scorsa al lavoro di Jolanda Nigro Covre, Il tema dell’Apocalisse nella pittura in Europa alle soglie della prima guerra mondiale, Padova, CLUEP 2000.

“Di qualunque colore vogliate, purché nera”

Esattamente cento anni fa, il 7 ottobre 1913, negli stabilimenti Ford di Highland Park, nel Michigan, nei capannoni dove si produceva il famoso modello T, viene fatta funzionare la prima rudimentale catena di montaggio, approntata poco tempo prima. Perfezionato nei mesi successivi, il nuovo e moderno sistema di produzione entra a regime nel dicembre di quello stesso anno. Il magnate statunitense dell’automobile non inventa la catena di montaggio ma lega per sempre il proprio nome a questo processo produttivo. E’ l’inizio di una nuova era, quella del fordismo.

Storia sociale – diario settimanale (1)

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Per tutta la durata del corso, quindi fino al prossimo mese di gennaio, ogni fine settimana, giusto per aiutare i frequentanti ad orientarsi, faremo il punto della situazione, dei temi trattati ma soprattutto di quelli di cui parleremo nella settimana successiva.

In queste prime lezioni, di carattere introduttivo abbiamo parlato della storia del ‘900, delle sue interpretazioni e della sua periodizzazione, passando quindi ad una panoramica di ordine generale su alcune delle concause che crearono i presupposti, tra l’età dell’imperialismo e la Belle époque, dello scoppio della prima guerra mondiale. Infine, giovedì scorso, si è affrontato il tema, più specifico, delle politiche di lotta alla povertà e della nascita e del primo sviluppo dello Stato sociale, specificandone le differenze con il welfare state, che, più che un sinonimo, ne rappresenta una evoluzione.

Oltre che sul podcast e sugli appunti, gli studenti possono approfondire questi temi dando un’occhiata ai rispettivi manuali delle scuole superiori. Se poi qualcuno volesse cimentarsi in una lettura di approfondimento, consiglio di dare un’occhiata ad un classico: la Storia d’Europa nel secolo decimonono di Benedetto Croce (pubblicata all’inizio degli anni ’30), in particolare agli ultimi capitoli, quelli che trattano le vicende successive all’unificazione della Germania e a quello che Croce definisce “il cangiamento dello spirito pubblico europeo”. Per le questioni delle politiche sociali, è invece necessaria (attenzione non consigliata, necessaria) la lettura dei capitoli 1 e 2 (pp. 17-71) del libro Breve storia dello Stato sociale. Prestate particolare attenzione alle assicurazioni obbligatorie bismarckiane, all’emergere delle assicurazioni sociali nel primo novecento e alle dinamiche del caso italiano (i lucidi in questo senso aiutano).

A partire da martedì entreremo nel vivo dei temi del programma: parleremo della Grande guerra, della rivoluzione russa (da quella di febbraio alla morte di Lenin) e del primo dopoguerra in Europa (dell’Italia e degli Stati Uniti tratteremo più avanti).

Il consiglio è quello di leggersi i capitoli 1, 2 e 3 del manuale, in modo da rendere più vivaci e magari poter approfondire alcune questioni durante le lezioni.

A disposizione, come sempre, per domande, richieste di chiarimento, critiche ecc. Ne anticipo subito una io, magari per rompere il ghiaccio: a proposito di infortuni, facendo un esempio letterario, vi ho parlato di un autore francese. Per chi non avesse fatto in tempo a trascriverlo correttamente, ricordo che si trattava di Henry Poulaille. Il romanzo era Pain quotidien, uscito nel 1931.

Rendiamo questi mesi di lavoro fianco a fianco utili non solo ad un giudizio finale da trascrivere sul libretto universitario.

Buon lavoro e buon fine settimana.

P.S.
Ah, ieri è morto il generale Giap.

L’uscita dalla fabbrica Lumière

Ieri a lezione abbiamo parlato di modernizzazione, di innovazioni tecnologiche ed invenzioni. Ad un certo punto abbiamo parlato di una sequenza filmata, di quando, alla fine del 1895 i fratelli Lumière, ideatori del Cinématographe, proiettarono la Sortie des Usines, da loro girato con il loro apparecchio qualche tempo prima davanti ai loro stabilimenti di Lione. Eccolo di seguito.

Per ulteriori approfondimenti, consiglio la lettura di un articolo di Thierry Frémaux sul sito treccani.it.

A proposito del secolo breve

Oggi, con l’avvio delle lezioni del primo semestre, inizia il corso di Storia sociale. Questo pomeriggio introducendo i temi di cui ci occuperemo nei prossimi mesi, parliamo, tra le varie cose, delle differenti interpretazioni del ‘900 e, in questo ambito, del “secolo breve” di Eric J. Hobsbawm scomparso esattamente un anno fa.

Di seguito, ad uso degli studenti e di chi fosse interessato, una sua intervista raccolta da Michael Ignatieff. Per approfondire la sua interpretazione, ma più in generale anche per alcuni interessanti spunti sul metodo e sul mestiere dello storico.

I ceti medi tra crisi e paura del declassamento sociale

Crisi dei ceti medi e paura del declassamento sociale: dalla nascita del recente dibattito alle questioni del quando, del come e soprattutto del perché. In ambito comparato ma con un occhio di riguardo, ovviamente, al caso italiano.

Ne parlerò nell’ambito del seminario della Scuola di Dottorato in Scienze Storiche in età contemporanea che si terrà il 27 settembre prossimo alle 12.00 in via Mattioli.

Nella pagina Didattica, alla voce Scuola di Dottorato, sono disponibili alcuni materiali utili per l’approfondimento.

E’ arrivata la pagella

Come di consueto, dal nucleo di Valutazione di Ateneo hanno comunicato gli esiti della valutazione della didattica da parte degli studenti per l’insegnamento di Storia sociale svoltosi dal febbraio al giugno scorso.

I risultati sono consultabili qui (volendo ci sono anche quelli degli anni precedenti).

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