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La settimana si è aperta con la prima delle due prove scritte, incentrata sugli argomenti sin qui trattati a lezione (dalla prima guerra mondiale alla seconda, compresa). Risultati in chiaroscuro: a parte la scarsa abitudine a scrivere di e su tematiche storiche in alcuni casi sono emerse gravi lacune di base che ormai sempre più pongono la questione dell’organizzazione dell’insegnamento superiore (e in certi casi di base) prima ancora che universitario. A parte i limiti di preparazione frutto che denotano la mancanza di un metodo di studio (cosa che la scuola dovrebbe invece aiutare a sviluppare negli studenti) sconcerta la difficoltà nell’organizzare un testo e nella scelta del giusto registro, il fiorire di gergalismi e frasi fatte, la sintassi (e qualche volta pure l’ortografia) zoppicante. Aggiungiamoci poi i limiti di un sistema universitario che impone di organizzare corso di storia (l’unico in questo caso in tutto il percorso formativo, quindi necessariamente di base) di 66 ore (“brevi cenni sull’universo”, verrebbe da dire) ed ecco che scaturisce, accanto a prove comunque positive, un quadro d’insieme che purtroppo ogni anno pare peggiorare e che certo non aiuta a guardare al futuro – almeno quello immediato – con troppo ottimismo.

Lamentazioni e sfoghi a parte, nei giorni successivi abbiamo proseguito seguendo il filo rosso delle vicende del ‘900 con l’immediato secondo dopoguerra con l’affievolirsi e poi il disgregarsi di quella che Churchill durante la seconda guerra mondiale aveva definito  la “grande alleanza”, fino al bipolarismo e allo scoppio della guerra fredda. Si è parlato della “cortina di ferro” e della contrapposizione USA-URSS per poi passare ad illustrare la prima fase del processo di decolonizzazione, in particolare quella relativa ai paesi asiatici (su tutti il subcontinente indiano e il Vietnam) e dell’area del Medio Oriente, dedicando particolare attenzione alla questione arabo-israeliana.

La prossima settimana continueremo con la seconda e la terza fase del processo di decolonizzazione (rispettivamente quella che interessò i paesi del Maghreb e poi l’Africa subsahariana) per poi affrontare le vicende degli anni Cinquanta e, infine, vedere nel dettaglio gli avvenimenti e le questioni riguardanti l’Italia dalla caduta del fascismo alla vigilia del miracolo economico.

Buon fine settimana a tutti.

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