Fare e leggere la storia: il 3 maggio

locandina

Fare e leggere la storia
Le riviste di storia contemporanea in Italia


Seminario di studi nel decennale di
“Storia e Futuro”

Siena 3 maggio 2016
Dipartimento di Scienze Politiche ed Internazionali

Sala Consiliare

 

 

 

Programma

Ore 10.00

Saluto del Direttore del Dipartimento di Scienze Politiche ed Internazionali, Stefano Maggi

Saluto di presentazione dell’iniziativa, Andrea Ragusa, Centro Interuniversitario per la Storia del Cambiamento Sociale e dell’Innovazione

Presiede e modera Maurizio Degl’Innocenti, Condirettore di “Storia e Futuro”

Mauro Moretti, Università per Stranieri di Siena
Pubblicare storie: la “forma” rivista nella storiografia contemporanea

Simone Neri Serneri, Condirettore di “Contemporanea”
Una nuova generazione di riviste? Continuità e rotture nella ricerca storica dagli anni Novanta ad oggi

Roberto Balzani, Condirettore di “Storia e Futuro”
Le riviste di storia nel mondo dell’innovazione digitale: il laboratorio di “Storia e Futuro”

Angelo Varni, Condirettore di “Storia e Futuro”
Il Novecento nella storia

Dibattito

Ore 13.30 – Buffet

 

Arrivederci professore

La sala di aspetto della presidenza, in via Laura, una tesi di seicento pagine fatta con l’entusiasmo, l’ingenuità e l’incoscienza dei vent’anni, il dottorato, il cuore in gola per le lezioni e gli esami stavolta fatti dall’altra parte della barricata, in una Università che non c’è più. I primi passi verso un futuro tutto da scrivere, lo spaesamento di fronte a un mondo fino ad allora distante e sconosciuto. I sacrifici, le gioie, le delusioni. E tutto il resto.

E’ morto Luigi Lotti.

Historians of the world, unite!

How should historians speak truth to power – and why does it matter? Why is five hundred years better than five months or five years as a planning horizon? And why is history – especially long-term history – so essential to understanding the multiple pasts which gave rise to our conflicted present?

Così si apre l’ultima versione di The History Manifesto di Jo Guldi e David Armitage. Uscito un paio di anni or sono in versione open access, questo pamphlet ha acceso un dibattito sugli studi storici che è uscito dalle ristrette mura degli addetti ai lavori, incentrandosi sui contenuti della indagine storiografica ma soprattutto sulla necessità di un ritorno a studi basati su visioni di più lunga durata in luogo della Short Past history che, sostengono gli autori, si è affermata a partire dagli anni ’70 in poi, togliendo allo storico quello dovrebbe essere uno degli obiettivi principali del suo lavoro, ovvero: “looking at the past to shape the future”.

Proprio a questi temi abbiamo dedicato parte della lezione introduttiva del corso di European Contemporary History, citando, tra gli altri Augusto Placanica e il suo scetticismo circa il fatto che la storia possa effettivamente considerarsi magistra vitae. Cito perciò questo lavoro per gli studenti che fossero interessati ad approfondire le posizioni di Guldi e Armitage. Il link per scaricare (gratuitamente) il libro, in versione pdf, è questo.

Su questo tema è intervenuto in chiave critica, sull’ultimo numero della rivista della Sissco Il mestiere dello storico, Tommaso Detti.  I suoi interessanti spunti di riflessione, che consiglio agli studenti per farsi un’dea sul dibattito, li trovate qui.

Il pendolo del welfare aziendale e contrattuale

E’ uscito per Franco Angeli Welfare donne e giovani in Italia e in Europa nei secoli XIX- XX  a cura di Michela Minesso. Il volume contiene anche un mio contributo dal titolo Dal luogo di lavoro allo Stato e ritorno. Le dinamiche del Welfare aziendale e contrattuale.

541.25

Dalla quarta di copertina:

La riforma del sistema di Welfare costituisce oggi uno dei principali temi al centro della riflessione culturale e del dibattito politico internazionale. Il Welfare rappresenta, infatti, uno degli snodi fondamentali della società contemporanea, strettamente connesso, com’è, all’evoluzione del concetto stesso di cittadinanza. Il volume affronta, dunque, un argomento di grande rilievo ed attualità, proponendo un’analisi condotta con gli strumenti propri della ricerca storiografica e rivolta a ricostruire l’azione pubblica e privata in Europa nel campo delle politiche sociali tra la fine dell’Ottocento e i giorni nostri. Donne e minori costituiscono le categorie di riferimento, attraverso le quali si esaminano le logiche che hanno sotteso l’azione delle classi dirigenti nell’edificazione di un moderno Stato sociale, in relazione tanto al ruolo delle varie culture politiche, quanto alla circolazione delle esperienze nazionali nel quadro comparativo europeo.

Scritti di: T. Bocchi, R. Borrello, R. Bufano, G. Demarchi, F. Di Sarcina, B. Fiorai, S. Maggi, M. Minesso, J.L. Pan-Montojo, M. Paniga, P. Passaniti, C. Rollet, W. Rudloff, G. Silei, F. Taricone, L. Tomassini.

Clicca qui per la scheda libro

Errata corrige

Ad uso di studenti e lettori una correzione e alcune precisazioni su un passo dell’ultima edizione del volume Breve Storia dello Stato Sociale.

Nel primo capitolo, a pagina 20, laddove in riferimento ad alcune disposizioni che si ponevano l’obiettivo di impedire i flussi migratori interni dei poveri, si scrive:

“Per certi versi, quindi, esse costituiscono una sorta di prosecuzione di altre disposizioni, come lo Statute of Artificers varato nel 1349 da Edoardo III, che disciplinavano in modo assai repressivo il lavoro dei braccianti e dei ceti subalterni in genere”.

Il nome delle disposizioni del 1349 non è, come erroneamente riportato, Statutes of Artificiers bensì Ordinance of Labourers, cui fece poi seguito, nel 1351, un ben più articolato Statute of Labourers. Gli Statutes of Artificiers (chiamati anche Statute of Apprentices)  furono viceversa approvati nel 1562 ed entrarono in vigore l’anno successivo.

Un grazie ad Angelo Mosca per la segnalazione.

 

Page 1 Page 2 Page 3