Scontri di civiltà?

Damien Meyer (AFP/ Getty Images)

I drammatici avvenimenti legati all’attentato alla redazione del periodico satirico parigino Charlie Hebdo, costato la vita a dodici persone, hanno riacceso un dibattito ormai annoso sull’occidente e i suoi rapporti con il complesso, articolato (e, nonostante tutto, ancora tutt’altro che conosciuto dall’opinione pubblica) mondo islamico.

Di seguito, per gli studenti che fossero interessati ad approfondirne gli aspetti, un contributo su di questo secolare confronto tratto da una mia monografia del 2008, incentrato sull’età dell’imperialismo. Dal quale emergono alcune interessanti analogie con certe interpretazioni ed argomentazioni odierne.

Ulrich Beck

Un attentato suicida in piena estate progettato da terroristi di passaporto britannico che, sotto gli occhi dei mass-media di tutto il mondo, volevano far saltare in aria con esplosivo liquido diversi aerei passeggeri sulla rotta da Heathrow agli Stati Uniti, non avviene perché la polizia inglese, grazie alla cooperazione internazionale, è riuscita a intervenire tempestivamente, arrestando i presunti attentatori. Meno di tre mesi dopo gli attacchi sventati, il 6 novembre 2006, entra in vigore una disposizione valida in tutta l’UE, che limita rigorosamente il trasporto di liquidi nelle carlinghe degli aerei. I nuovi provvedimenti per la sicurezza sono in tutto il mondo la reazione ad attacchi terroristici anticipati che, come si è detto, in un luogo determinato, cioè a Londra, non sono avvenuti. Essi limitano per un tempo indefinito la libertà di milioni di passeggeri. I passeggeri nelle cui menti si è annidata la minaccia del terrorismo hanno accettato senza protestare queste limitazioni delle loro libertà.

in Conditio Humana. Il rischio nell’età globale
di Ulrich Beck, scomparso il 1° gennaio.