Come ogni anno per l’8 marzo le bacheche dei social network si riempiono di auguri e di storie più o meno strampalate circa le sue origini. Quella che solitamente va per la maggiore  è quella che ha a che fare con un incendio che sarebbe stato appiccato l’8 marzo 1908, all’interno della Cotton, una fabbrica di camicie di New York e che si sarebbe concluso con la morte atroce di oltre cento operaie in sciopero chiuse dentro lo stabilimento dal padrone, tale mister Johnson. In ricordo di quel tragico evento, recita la storia, sarebbe poi stata presa la decisione di farne il simbolo della lotta per l’emancipazione femminile.

Sbagliato.

Se poi avete altre versioni, sappiate che molte di queste sono spesso in realtà il risultato di un patchwork di storie diverse sedimentatosi negli anni.

Per l’ennesima volta: l’8 marzo del 1908 a New York non ci fu nessun incendio, né sciopero, né strage di operaie. Nessun complotto sia chiaro, semplicemente le origini stanno altrove: un National Woman’s Day fu festeggiato per la prima volta ma nel mese di febbraio del 1909 negli Stati Uniti in un contesto internazionale di mobilitazione per i diritti delle donne. A New York, un incendio simile a quello di cui si parla nella leggenda scoppiò davvero. Ma era il 1911 (per inciso morirono pure degli uomini) e soprattutto era il 25 marzo, dopo che l’iniziativa di una Festa Internazionale della Donna, proposta nell’agosto del 1910 a Copenaghen da Clara Zetkin e Louise Zietz aveva effettivamente portato (il 18 marzo, però,  anniversario della nascita della Comune di Parigi) alla sua celebrazione a Berlino e in Austria. L’8 marzo, la mimosa ecc. ecc. arrivarono più tardi. Una breve timeline la trovate pure sul sito web dell’International Women’s Day (appunto).

Insomma, 8 marzo a parte, per l’ennesima volta la morale è: ricercate le fonti, verificate le fonti, criticate le fonti. Prendete con le molle quello che vi arriva dalla rete, soprattutto se proviene da uno strumento divertente, ma insidioso assai, come un social network. Occhio a quel che leggete e sentite. Più in generale: la storia meglio studiarla sui libri che su facebook.

Comunque, buon otto marzo, purché tutto l’anno.

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