Su Repubblica.it (il link all’articolo lo trovate qui) Ilvo Diamanti torna a parlare della questione della fine dei ceti medi, dell’ascensore sociale che si è inceppato, in Italia come in molte realtà occidentali a dire il vero, “in modo” – a suo dire – “molto più rapido e sostanziale” rispetto ad altri casi nazionali. Per quanto basate su rilevazioni imperniate sulla percezione del declino (ma a ben vedere i recenti dati quantitativi reali confermano questo andamento), le riflessioni di Diamanti appaiono condivisibili. Visto da un’ottica di lungo periodo, tuttavia, questo processo pare tuttavia avere origine, paradossalmente, proprio da quegli anni Ottanta che nel nostro paese segnarono, a questo punto in apparenza, il trionfo della “cetomedizzazione”. Qui sotto, un contributo in questo senso, tratto da un intervento pubblicato su questo libro curato da Fabio Lucchini sul disagio collettivo nel XXI secolo.

L’incubo del declassamento. Appunti per una storia del malessere dei ceti medi

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