Le catastrofi naturali e i disastri di natura antropica da sempre rappresentano un banco di prova tanto per le società antiche quanto per quelle moderne. Partendo da due eventi che hanno profondamente segnato la storia dell’Italia del secondo dopoguerra, il disastro della diga del Vajont e l’alluvione del 1966 che, tra gli altri centri, sommerse Firenze con il suo inestimabile patrimonio artistico, monumentale e culturale, l’articolo mette a confronto le modalità della gestione dell’emergenza e le risposte di medio-lungo periodo poste in essere dalle autorità pubbliche negli anni sessanta cercando di far emergere novità, elementi positivi e criticità con, sullo sfondo, il nodo della resilienza, cioè delle modalità con cui tali eventi vengono fronteggiati e superati.

Un mio contributo su “Storia e Futuro“, rivista on line di storia e storiografia.

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