Ibid

L’idea erronea che Ibid sia l’autore delle Vite dei Poeti è tanto frequente, perfino tra coloro che si vantano di possedere un certo livello culturale, che val la pena di correggerla. Dovrebbe essere un fatto risaputo, ormai, che fu Cfr. il responsabile di quell’opera. Il capolavoro di Ibid è invece il famoso Op. Cit. nel quale sistematizzò in modo definitivo tutte le correnti minori più significative della poesia greco-romana: e con ammirevole acume, se si considera l’epoca sorprendentemente tarda in cui Ibid scrisse.

Così, nel 1928, H.P. Lovecraft, maestro della letteratura gotica del ‘900, su certe fuorvianti interpretazioni di acronimi ed abbreviazioni di uso comune, specialmente nelle tesi di laurea. Perdonate lo sfogo ma il fatto è che sempre più spesso, purtroppo, proprio molte tesi provocano, al pari dei racconti del buon HPL, brividi freddi durante la lettura.

In tempi passati, prima che i tasti Crtl+C e Ctrl+V fossero inventati, il laureando usava leggere preventivamente un libretto intitolato Come si fa una tesi di laurea di Umberto Eco. Adesso, col moltiplicarsi del materiale informatico, è curioso come, in mezzo a tanto copiare ed incollare, a pochi venga in mente di fare preventivamente una ricerca con queste stesse parole chiave. Eppure di materiale ce n’è molto e utile assai. Il consiglio spassionato, per evitare di prendere fischi per fiaschi (o se volete Ibid per Ivi), è di andarselo a vedere.