Poveri ragazzi

Negli anni ottanta eravamo quasi un milione (yuppies e paninari compresi, per cui c’era poco da stare allegri). Dieci anni più tardi erano scesi a poco più di 800 mila. Adesso si aggirano sui 600 mila. I ventenni di oggi non solo sono diminuiti, ma, sebbene risultino mediamente più istruiti di quanto non lo fossero in passato i loro coetanei, sono meno tutelati e valorizzati. Soprattutto, ma questa non è una novità, molti di loro sono privi di occupazione o comunque di un lavoro  stabile. Per non parlare di quello che sarà il loro trattamento pensionistico (e per la verità anche di quelli che vanno dai 20 ai 35 anni e oltre e che si trascinano da un contratto temporaneo all’altro).

Alcune riflessioni di Emiliano Mandrone sulla questione generazionale, sulla precarietà e sui problemi provocati dal “disboscamento dei diritti” in questo post pubblicato su lavoce.info (tratto da questa indagine ISFOL).