Historians of the world, unite!

How should historians speak truth to power – and why does it matter? Why is five hundred years better than five months or five years as a planning horizon? And why is history – especially long-term history – so essential to understanding the multiple pasts which gave rise to our conflicted present?

Così si apre l’ultima versione di The History Manifesto di Jo Guldi e David Armitage. Uscito un paio di anni or sono in versione open access, questo pamphlet ha acceso un dibattito sugli studi storici che è uscito dalle ristrette mura degli addetti ai lavori, incentrandosi sui contenuti della indagine storiografica ma soprattutto sulla necessità di un ritorno a studi basati su visioni di più lunga durata in luogo della Short Past history che, sostengono gli autori, si è affermata a partire dagli anni ’70 in poi, togliendo allo storico quello dovrebbe essere uno degli obiettivi principali del suo lavoro, ovvero: “looking at the past to shape the future”.

Proprio a questi temi abbiamo dedicato parte della lezione introduttiva del corso di European Contemporary History, citando, tra gli altri Augusto Placanica e il suo scetticismo circa il fatto che la storia possa effettivamente considerarsi magistra vitae. Cito perciò questo lavoro per gli studenti che fossero interessati ad approfondire le posizioni di Guldi e Armitage. Il link per scaricare (gratuitamente) il libro, in versione pdf, è questo.

Su questo tema è intervenuto in chiave critica, sull’ultimo numero della rivista della Sissco Il mestiere dello storico, Tommaso Detti.  I suoi interessanti spunti di riflessione, che consiglio agli studenti per farsi un’dea sul dibattito, li trovate qui.

Settimana della valutazione on line della didattica

valutazione

Dal 30 novembre al 6 dicembre si terrà la Settimana della valutazione on line della didattica: gli studenti frequentanti del I semestre a.a. 2015-2016 sono invitati a partecipare.

Durante la Settimana della valutazione saranno attivi:

  • postazioni informatiche dedicate alla valutazione,
  • un supporto telefonico al numero 0577 232253.

E’ possibile compilare il questionario sulla Segreteria on line.

L’incubo della rivoluzione

Il Red Scare, l’ondata di terrore del comunismo che pervase l’opinione pubblica moderata e conservatrice in Nord America e in molti Stati europei dopo l’avvento al potere dei bolscevichi aveva radici lontane.

Di seguito, partendo dall’episodio, poco conosciuto, della trasmissione radiofonica della Bbc del 1926, che involontariamente accese la paura di violenze e disordini tra gli ascoltatori inglesi, una lettura sulla nascita e il radicarsi dei sentimenti collettivi di paura della rivoluzione e dei complotti nell’immaginario collettivo tra Ottocento e Novecento. Tratto da Le radici dell’incertezza. Storia della paura tra Otto e Novecento (2008)

L’incubo della rivoluzione

Storia sociale, appello di novembre

Si informano gli interessati che l’appello di Storia sociale nella sessione di novembre è stato fissato per il 18 novembre 2015 alle ore 9.00 (via Mattioli, 10).

Si ricorda che la sessione è relativa all’a.a. 2014-2015; sarà pertanto possibile sostenere SOLTANTO gli esami frequentati e/o presenti nel piano di studio al 6 giugno 2015.

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